Il consigliere di maggioranza ha votato contro a causa della formulazione del documento ma si dichiara "totalmente d’accordo allo Ius scholae come è in discussione al Parlamento"
Il consiglio comunale del 19 luglio ha respinto l'ordine del giorno sullo Ius scholae presentato "fuori sacco" dal gruppo del Movimento Cinque Stelle, e sostenuto convintamente da tutti i consiglieri dell’opposizione di centrosinistra.
Tra i contrari al momento del voto anche il consigliere di maggioranza Paolo Gozzi che è stato anche ex direttore della Fondazione Fulgis, l'ente controllato dal comune di Genova che gestisce il liceo Grazia Deledda e l'istituto tecnico Duchessa di Galliera, e che ha dunque avuto una conoscenza da vicino del tema applicato alla realtà scolastica. Gozzi fuori dall'aula rossa (perchè l'ordine fuori sacco non prevede discussione) si dichiara però a GenovaToday "totalmente d’accordo allo Ius scholae come è in discussione al Parlamento".
Quello di Gozzi non sarebbe quindi un voto contro il futuro di 750mila bambini e ragazzi di origine straniera che frequentano le scuole italiane ma una scelta obbligata per la formulazione della richiesta: "L'ordine del giorno fuori sacco per sua natura regolamentare non prevede né emendabilità da parte dei consiglieri, né discussione in aula, ma solo una secca e perentoria espressione di voto - spiega il consigliere - Il documento votato prevedeva come unica premessa fondante (a scapito delle centinaia di fondamenti validi e citabili a sostegno della misura), un richiamo ad una dichiarazione del coordinatore di una lista di maggioranza, antecedente alle elezioni, con la chiara ed evidente intenzione di utilizzare pretestuosamente un argomento così importante, di portata ben più ampia delle competenze del consiglio comunale, a fini di speculazione politica locale".
Gozzi ha tirato il freno a mano per una questione ideologica? "Per parte mia, si è trattato di un voto contrario ad un uso strumentale delle prerogative consiliari e, in particolare, ad una precisa formulazione che non mi convince e su cui mi era impossibile intervenire per renderla a me congeniale, e quindi votabile. Resto, come altri all’interno del mio gruppo consiliare e senza alcuna difficoltà, totalmente a favore della proposta di riforma della cittadinanza denominata Ius scholae così come portata in discussione in Parlamento e che, superando il massimalismo ideologico e gli esagerati automatismi dello “Ius soli”, riprende in maniera ancora più saggia ed equilibrata le previsioni del cosiddetto “Ius culturae”, che già trovava il mio pieno assenso".
Abche per il consigliere, candidato con la lista "Vince Genova", lo Ius Scholae rappresenta una norma di civiltà e modernità "che incontra il mio favore perché riconosce il ruolo della scuola come potente fattore di integrazione e risponde alle profonde trasformazioni che il Paese ha subito dall’ultima legge sulla cittadinanza, che risale ormai a trent’anni fa. Una riforma che non considero una 'concessione' e che non voglio neppure considerare sotto un profilo solidale o assistenziale, come invece prevede nelle sue conclusioni il documento sottoposto all’attenzione del consiglio comunale, perché ritengo che la cittadinanza porti con sé doveri e diritti in ugual misura, o forse maggiormente i primi".
E arriva alle conclusioni: "Il percorso civico che ho elettoralmente intrapreso e che mi ha permesso di essere eletto fra le fila della maggioranza non mi pone in alcun imbarazzo rispetto al mantenimento di queste mie posizioni, che non interferiscono in alcun modo con il perimetro del programma di governo della città che ho condiviso. Per questo il mio voto contrario ad una precisa e specifica formulazione testuale non mi impedirà, come ho fatto in passato, di condividere anche pubblicamente iniziative a sostegno della riforma della cittadinanza, come cittadino, come elettore e come attivista politico".