Allarme inquinamento a Lazzaro, Ancadic: «L’impianto di depurazione dell’Oliveto non funziona» · Il Reggino

2022-09-03 05:15:30 By : Ms. Jessica Chen

Il referente unico Vincenzo Crea fa sapere inoltre, che «sono stati sversati in mare i residui della pulizia delle vasche dei fanghi di depurazione»

«C’è voluto più di mezzo secolo per avere un nuovo depuratore nel paese di Lazzaro località Oliveto e nonostante siano stati spesi oltre 7 milioni di euro per realizzare un nuovo impianto gli inconvenienti igienico sanitari, le preoccupazioni e i potenziali pericoli per la salute dei cittadini non sono venuti meno». È quanto afferma Vincenzo Crea, referente unico dell’Ancadic, che chiede di aprire «un’indagine per accertare le cause del cattivo funzionamento dell’impianto di depurazione che continua a produrre danni all’ambiente e potenziali pericoli alla salute umana, nonché le manchevolezze riferibili a organi preposti alla vigilanza, oltre che alla gestione dell’impianto».

Al tal proposito, con istanza del 29 maggio scorso, l’Ancadic e il Comitato Torrente Oliveto, avevano chiesto un intervento dell’Amministrazione comunale «al fine di scongiurare i rischi per la salute pubblica prodotti dal cattivo funzionamento dell’impianto di depurazione dell’Oliveto, le cui pestilenziali esalazioni da oltre due mesi avevano invaso il paese di Lazzaro, tutti i giorni a partire dalle ore serali fino alla mattina e ancora oggi si continua a respirare questi odori fognari ed inalare le sostanze nocive per la salute in esse contenute. Stante il perdurare delle criticità – continua Crea – seguivano ulteriori intimazioni a fronte delle quali lo scorso 2 agosto perveniva la nota a firma del responsabile dell’Area Tecnica del Comune di Motta San Giovanni, dalla quale emerge che si continua a non voler affrontare il problema come si dovrebbe.

Ci si è limitati a chiedere informazioni alla società che gestisce l’impianto, la quale ha comunicato di non aver riscontrato criticità nel funzionamento dell’impianto, se non quelle derivanti da immissioni puntuali di reflui anomali che avrebbero compromesso l’efficienza depurativa, determinando un affaticamento dell’impianto nei mesi di aprile e maggio scorsi, l’ultimo evento noto a suo dire risale al 31 maggio scorso». Crea afferma che «aver richiesto notizie alla Società che gestisce l’impianto di depurazione è come chiedere all’oste se il suo vino è buono. Eppure un’intera popolazione ha segnalato e continua a segnalare il perdurare ancora oggi di questi insopportabili odori fognari.

A nostro avviso si sarebbe dovuto interessare il competente Ufficio dell’Arpacal e l’Ufficio Igiene e Sanità pubblica dell’Azienda Sanitaria di Melito di Porto Salvo competente territorialmente, i quali avrebbero potuto accertare se veniva mantenuta la funzionalità del depuratore; se i fanghi di depurazione venivano smaltiti e annotati nel registro di carico e scarico, se il sistema di dosaggio del cloruro ferrico era funzionante permettendo una disinfezione delle acque, se i misuratori di portata e il gruppo elettrogeno erano funzionanti e i relativi atti di controllo e di manutenzione dell’impianto di depurazione».

Il referente unico dell’Ancadic sostiene che «il danno per l’ambiente marino e il potenziale pericolo per i bagnanti si aggravava, giacchè ci risulta sia stata effettuata, oltre allo spurgo e alla pulizia dei pozzetti, anche la pulizia delle vasche dei fanghi di depurazione con un intervento a dir poco scellerato atteso che quanto prodotto da detti interventi è stato scaricato tramite la condotta sottomarina del depuratore nello specchio d’acqua antistante la foce del torrente Oliveto, ove le acque del mare hanno mutato colore e una ampia macchia nera si estendeva trasportata dalle correnti marine provocando una degenerazione estetica ambientale con evidente danno biologico funzionale delle acque del mare. Da qui un disastro ambientale. Più volte nel corso di questi ultimi anni i bagnanti hanno dovuto abbandonare il mare perché si sono trovati addosso i reflui fognari.

Chi ha controllato se la procedura relativa alla pulizia delle vasche sia stata eseguita nel rispetto delle misure igieniche e della sicurezza? I liquami e i fanghi sono stati conferiti presso discariche o depuratori autorizzati? Nella serata dello scorso 2 agosto il vicesindaco del Comune di Motta Rocco Campolo, ha incontrato un gruppo di abitanti della contrada Oliveto per fornire chiarimenti su questa grave situazione. In tale occasione ha fatto sapere tra l’altro che i funzionari del Comune non possono intervenire nell’area dell’impianto di depurazione per effettuare delle verifiche perché l’area appartiene alla Società che gestisce l’impianto di depurazione e che l’Amministrazione comunale ha intrapreso le vie legali nei confronti della Società che per contratto gestisce l’impianto di depurazione.

Se risultasse vero quanto si è saputo col passa parola, ovvero che il Comune di Motta dovrebbe corrispondere una ingente somma di denaro alla Società per la gestione dell’impianto di depurazione, aver adito le vie legali tale inadempienza da parte della Società appare poco sostenibile nelle sedi giudiziarie. Ma, se così fosse potrebbe essere questa la risposta di questo cattivo funzionamento dell’impianto di depurazione. In merito abbiamo interessato il Governo nazionale e gli Uffici competenti della Regione Calabria e non solo, sottolineando che secondo noi si dovrebbero attivare prerogative parlamentari e di Governo, financo, a commissariare l’Ente e/o gli Enti inadempienti».

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