Celli (Philips Italia): «Più investimenti per la sanità 4.0, Pnrr occasione da non sprecare»- Corriere.it

2022-09-10 07:53:12 By : Mr. liangzhao zhou

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Il Pnrr come leva di ammodernamento tecnologico dei macchinari e degli ospedali, con l’obiettivo di creare hub interconnessi sicuri ed efficienti, dove la medicina predittiva assuma un ruolo sempre più centrale, insieme ai dati. Dal punto di vista di uno dei più grandi produttori globali di tecnologia per la sanità — dalle Tac ai ventilatori, dai monitor ai servizi di informatizzazione — l’occasione è irripetibile. «Il Pnrr oggi è un’opportunità per digitalizzare il settore», riassume Andrea Celli, nuovo general manager di Philips per Italia, Israele e Grecia. Ingegnere elettronico, in azienda dal 2011, ad aprile ha preso il posto di Simona Comandè, che dopo aver guidato il business italiano è ora responsabile dell’area Sud Europa. Celli arriva al vertice della multinazionale olandese — oltre un secolo di storia iniziata con la lampadina e che l’ha portata a diventare un colosso dell’health technology, con focus unico dagli elettrodomestici per il benessere della persona alla diagnostica e all’informatica per la sanità —, in un momento decisivo. «Il Pnrr mette a disposizione della salute 20 miliardi di euro, dopo anni di tagli e in un Paese dove le spese per la sanità sono ferme al 6-7% del Pil. Abbiamo l’occasione di fare investimenti duraturi e di spingere sul digitale, un capitolo di spesa ancora troppo basso in Italia».

Le difficoltà, tra carenza di microchip e prezzi al rialzo

Non disperdere le risorse che abbiamo a disposizione, e impiegarle in un’ottica di sistema, dove aziende, strutture ospedaliere e istituzioni mettano a fattor comune competenze e know how , è dunque la priorità. Priorità che non sempre fa rima con semplicità e immediatezza. «Sulla nostra capacità soddisfare le richieste dei bandi impatta la generale mancanza di componenti elettronici — spiega Celli —. Già dallo scorso settembre scontiamo la carenza di microchip. Questo significa che consegne che erano possibili in 45 giorni, oggi arrivano fino a undici mesi». Un film già visto in molte altre industrie. Philips e le altre big della tecnologia, insieme alle associazioni di categoria, stanno spingendo a livello di Parlamento e Commissione in Europa perché la quota di microchip che impiega l’industria della salute (pari a solo l’1%) venga tutelata. «Contestualmente si è creata la spirale dei prezzi, con l’energia che costa il 100% in più — spiega Celli —. Philips partecipa costantemente ai bandi del Pnrr, e in alcuni casi, come per una gara pubblica per 20 risonanze in una grande regione italiana, le basi d’asta sono strutturate con modelli che rischiano di farle andare deserte: troppo basse rispetto all’inflazione e con tempistiche e penali che non tengono conto del contesto generale».

La necessità di un dialogo tra pubblico e privato

Secondo il manager, quello che manca — e che rischia di far sprecare le risorse europee — è un vero dialogo tecnico tra pubblico e privato, «che permetta ai grandi gruppi di investire e restare qui in Italia, portando innovazione». Innovazione e partnership sono del resto i binari su cui Philips (17,2 miliardi il fatturato globale nel 2021) basa i suoi piani di crescita. «Ogni anno investiamo il 10% in ricerca e sviluppo, non solo per l’innovazione dei prodotti ma anche dei modelli di business. Siamo presenti in tutti gli ospedali italiani e cerchiamo sempre il dialogo, per capire come soddisfare i loro bisogni. Ad esempio al Fatebenefratelli di Roma abbiamo avviato un progetto di terapia intensiva neonatale digitale e intelligente, che permette di connettersi da remoto, costruita su misura per loro».

Innovazione, anche per Philips, rima con sostenibilità «Abbiamo implementato una nuova risonanza magnetica senza elio — spiega Celli —. Ha un impatto ambientale molto ridotto e consuma meno acqua. Quando la installiamo negli ospedali spieghiamo tutto questo, perché sensibilizzare i nostri partner è un compito importante». Le strutture sanitarie sono altamente impattanti: emettono il 4,4% della CO2 a livello globale, producono circa 13 chili di rifiuti al giorno, di cui il 20% sono scarti pericolosi. L’impegno dei big è cruciale per una svolta anche in questo senso. «Per noi è un percorso di lunga data — dice il manager —. Già nel 2020, nelle nostre operations a livello globale abbiamo raggiunto la neutralità carbonica e utilizziamo solo energia elettrica prodotta da rinnovabili. L’obiettivo è che il 75% di tutta Philips lo diventi entro il 2025». Una strada importante è quella dell’economia circolare: «Già da un paio di anni non mandiamo più rifiuti industriali in discarica e ne recuperiamo l’88%», conclude Celli». Infine, l’eco design: al 2025 tutti i prodotti, dai phon agli ecografi, saranno progettati in questa ottica, per migliorarne l’efficienza.

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