FOCUS PEDIATRIA Incidenti domestici e intossicazione. Parla il medico - Salute Buongiorno

2022-06-02 08:50:56 By : Ms. Tina Yan

Dott.re Eduardo Ponticiello Dirigente Medico S.C. Pediatria d’urgenza al Santobono- Pausilipon di Napoli, ci spiega gli errori più comuni in cui incorrono i genitori nella conservazione di sostanze tossiche pericolose per i bambini quali detersivi, farmaci e pile, come comportarci in caso di intossicazione e soprattutto come prevenire ogni tipo di contaminazione tossica nei bambini.

Le intossicazioni acute rappresentano sempre più un problema pressante nei dipartimenti di emergenza pediatrici sia per morbilità che per mortalità, rappresentando circa lo 0,5 % degli accessi in pronto soccorso pediatrico (nel pronto soccorso del Santobono circa 1000 casi per anno). In età pediatrica l’esposizione a sostanze tossiche è frequente per la naturale curiosità del bambino, soprattutto in epoca prescolare, che lo spinge a portare alla bocca senza discernimento del pericolo, molto spesso e soprattutto i prodotti per igiene domestica sono contenuti in contenitori dai colori sgargianti e sono profumati, questo inevitabilmente attira la curiosità dei bambini. Anche i farmaci, che insieme ai prodotti per igiene domestica costituiscono la quota più ampia dei prodotti coinvolti nelle intossicazioni acute ( circa il 30% dei casi), vengono spesso trovati nelle borse delle mamme o delle nonne, noto territorio “di caccia ”dei bimbi, e vengono assunti vuoi per curiosità o vuoi perché molto spesso i farmaci, pur di somministrarli vincendo la naturale opposizione del bambino ad assumerli, vengono chiamati “caramelle, in fondo per i nostri bimbi è tutto un bel gioco. Di contro bisogna pur dire che a differenza dell’adulto, i volumi della sostanza tossica ingeriti sono decisamente minori, sia per caratteristiche anatomiche (un sorso di un bimbo di età prescolare è circa 5 ml, quello di un adulto circa 25), e sia perché molto spesso si tratta di “un assaggio” e non di ingestione a scopo dimostrativo-suicidario come nell’adulto. Nella mia esperienza la quarantena e la “paura del contagio”, come per tutto il resto della patologia pediatrica, fanno sì che si porti il paziente pediatrico con notevole ritardo all’attenzione dei sanitari, paradigma ne è il caso della bambina deceduta per ingestione di pila a bottone a Bergamo, recata in ospedale con notevole ritardo.

L’ingestione di un prodotto per l’igiene domestica può essere una condizione estremamente grave in relazione al prodotto in causa. È buona norma innanzitutto guardare sul contenitore quali siano le caratteristiche del prodotto (irritante, caustico, infiammabile etc.) e quantomeno contattare telefonicamente il proprio pediatra, o ancor meglio un centro antiveleni, che ricordiamo svolgono attività di consulto telefonico h 24. Ovviamente il ricorso al pronto soccorso va necessariamente considerato quando si tratta di prodotti dotati di provata tossicità (es. disgorganti, pulitori per forno o water, acqua ossigenata, smacchiatori, pulitori per superfici “dure”). Altri prodotti sono dotati di bassa tossicità o nulla (es. matite contenenti grafite acquarelli pennarelli pennarello cancellabile pastelli a cera evidenziatori, evidenziatori indelebili inchiostro da penna sfera inchiostro per tampone di timbri i mascara, rossetti, smalto per unghie, trucco per occhi, deodoranti, acqua di colonia, creme a base di ossido di zinco) per le quali non è necessaria alcuna valutazione. Più che di provvedimenti da adottare a domicilio ci sono pratiche che vanno assolutamente evitate e che invece purtroppo sono ancora spesso messe in atto, come indurre il vomito che in caso di ingestione di caustico determinerebbe un secondo passaggio della sostanza tossica con rischio di raddoppiare il danno, oppure la somministrazione di latte che diluirebbe il caustico con rischio maggiore di contatto con le pareti dello stomaco, o anche la somministrazione di liquidi che in caso di prodotti schiumogeni aumenta il rischio di inalazione, per cui prima di procedere a rimedi fai da te bisogna sempre prima consultarsi con un esperto. Il danno “iatrogeno”, in questi casi, è spesso più considerevole dell’astenersi dal fare.

Le pile a bottone meritano una particolare attenzione in considerazione dell’altissimo potenziale lesivo qualora siano ingerite. Tali pile infatti sono a tutti gli effetti un potente caustico, in grado di esplicare il potenziale caustico mediante una fuoriuscita di elettrolita alcalino e necrosi da pressione con creazione di una corrente esterna che determina elettrolisi dei fluidi tissutali generando idrossido al polo negativo della batteria. Le Batterie con diametro > 20 mm hanno elevata capacitanza à generazione di maggiore corrente à maggiore produzione di idrossido. Tali meccanismi possono dare luogo ad un danno approfondito soprattutto a livello esofageo con possibilità di creare una fistola esofago aortica con relativa massiva e fatale emorragia.  

Un genitore che sospetta che il proprio bambino ha ingerito una pila a bottone deve recarsi tempestivamente in ospedale. La presenza di pila a bottone in esofago costituisce una vera e propria emergenza, ed è una delle condizioni in cui l’endoscopia digestiva va prontamente eseguita e con particolare attenzione per la possibilità della fistola esofago aortica, in quanto talvolta è proprio l’endoscopia che può creare massiva emorragia in quanto la pila funge praticamente da “tappo”, nel caso di possibile fistola esofago aortica la pila andrebbe rimossa tenendo il paziente in circolazione extracorporea. Ovviamente più tempestivamente si reca il paziente in ospedale e meno possibilità di realizzarsi questa temibile complicanza ci sono.

Anche in tossicologia ovviamente il primo anello della sopravvivenza è costituito dalla prevenzione. Ci sono alcune regole che andrebbero sempre tenute in considerazione:

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