Legami oltre l’acciaio: non c’è Cremona senza Arvedi, non c’è Terni senza Ast // Umbria24.it

2022-06-25 07:34:31 By : Ms. Sherry Shi

Gemelle diverse: la capitale del violino vive delle fortune del cavaliere, la città di San Valentino si aggrappa ai simboli

Cosa sarebbe stata Cremona se Arvedi nel 1963 non avesse iniziato lì la sua carriera imprenditoriale nel settore della siderurgia? È una domanda alla quale la città lombarda non sa rispondere. E non certo perché un altro sviluppo non sia possibile a prescindere, ma «perché molte altre realtà, col tempo sono sfumate». La riflessione è di un pensionato cremonese. Il viaggio di Umbria24 nella città del violino, del torrone e di Tognazzi, inizia così. E da quella risposta, la misura dell’impatto del cavaliere d’acciaio sulla culla di Stradivari è solo accennata. Sarebbe un po’ come chiedere a un ternano cosa sarebbe la città di San Valentino senza l’acciaieria di viale Brin. Ma per le due province, ‘gemelle diverse’ è forse l’espressione più calzante.

TESTIMONIANZE DA CREMONA: IL VIDEO

Non solo acciaio Entrambe segnate dall’acciaio, che è insieme progresso, sviluppo, occupazione, ricerca, suggestione e impatto ambientale, sono simili nella morfologia: pianeggianti, con centri storici facilmente percorribili a piedi o in bicicletta. A misura d’uomo. Vantano entrambe un passato glorioso nel settore della pasticceria e se una si chiamava Interamna, ‘tra i fiumi’, l’altra sorge sulle rive del più famoso corso d’acqua d’Italia, il Po. Ciascuna ha il suo ‘ex mercato coperto’, il lunedì mattina la maggior parte dei negozi riposa e la domenica anche; rispetto a Terni, la Cremona dello shopping chiude i battenti con mezz’ora di anticipo sia al mattino che al pomeriggio, ma di contro anticipa l’apertura. La domenica i parcheggi blu sono gratuiti anche lì. È evidente che il momento del pranzo e quello della cena sono sacri. Tra le 13 e le 15 in particolare c’è una tranquillità considerevole per le strade e poco prima delle 12 non è raro incontrare tavoli di conversazione al sapore di vino o di qualche cocktails: la cultura dell’aperitivo è assai diffusa. Come quella del drink alla sera, nel week-end. La ‘via Lanzi’ ternana, quindi la passeggiata della movida, lassù è in piazza della Pace. E a voler giocare con le lettere che caratterizzano le città, ricordando il messaggio di Amadeus sulle tre ‘A’, lanciato proprio dall’acciaieria di Terni a Capodanno, sia Cremona che la Conca hanno acciaio e acqua e se Terni vanta l’amore per effetto del suo patrono Valentino, di entrambe non si può negare l’accoglienza. Chiunque proviene da fuori, si sente comunque a casa e i sorrisi non si pagano.

Terni-Cremona Entrambe capoluogo di provincia, con Terni che conta un maggior numero di abitanti, sono l’una a meno di due ore da Roma, l’altra a meno di due ore da Milano e nei loro centri la vita scorre molto più lentamente che nelle metropoli ma a livello di superfici commerciali, come dire, ‘non si fanno fare le chiacchiere’, se non dai titolari dei punti vendita del centro storico. Cremona, rispetto a Terni, nei monumenti, ha perlopiù valorizzato di sé il fatto di essere la capitale del violino. Spicca la statua di Stradivari nell’omonima piazza e sono oltre 120 le botteghe di liutai in città. Costruttori di violino da tutto il mondo fanno tappa nella città lombarda per acquisire quel qualcosa in più che la tradizione in questo campo garantisce. E tra musei, bellezze architettoniche, chiese e opere d’arte, offre davvero molto da vedere. Per non parlare dei numerosi festival che accoglie nel corso dell’anno e ai quali contribuisce guarda caso un certo Giovanni Arvedi, che tra le altre cose è anche presidente della Cremonese calcio, che ha recentemente conquistato il derby d’acciaio.

Gemelle diverse A voler trovare delle similitudini, alcune delle quali racchiuse in quella storia delle tre ‘p’ che Umbria24 ha già raccontato, dove Cremona vanta la torre campanaria medievale in laterizi più alta d’Europa, Terni con le Marmore vanta in salto d’acqua artificiale più alto d’Europa. Quel Torrazzo, in cima al quale, dopo centinaia di scalini, c’è una vista strepitosa sulla città e si arriva a vedere anche l’acciaieria, era anticamente chiamato Torrione e non a caso il dolce tipico della città è il torrone. Fu inventato in occasione delle nozze tra due nobili del posto e oggi è un vero e proprio simbolo. Conosciuto come dolce natalizio, non può non essere associato al Pampepato di Terni, ma a differenza di questo non ha l’Igp, perché fatta eccezione per pochi conservatori della tradizione artigianale, la produzione è perlopiù industriale.

Cremona da vivere Ad avere l’Igp invece è il salame di Cremona e se un umbro, figlio della norcineria, pensa di arrivare lì con la verità in tasca sulla lavorazione della carne di maiale, rispetto al salame deve proprio ricredersi. E non può andarsene senza aver provato marubini in brodo, bollito con salsa verde e mostarda (altra specialità tipica), tortelli di zucca e semifreddo al torrone. La provincia di Cremona vanta numerosi allevamenti suini  migliaia di imprese agricole e un’importantissima filiera latteo-casearia, sulla quale lo stesso Arvedi si dice stia investendo molto. Perché, come detto, la sua impronta non si è mai limitata alla siderurgia, che già occupa oltre 3 mila persone, anzi ormai 6 mila con l’acquisizione della Terni; l’imprenditore, attraverso la Fondazione che guida con sua moglie Luciana Buschini dal 1988, finanzia attività culturali, sportive, formative, universitarie, restauri ed eventi. Nella lista spiccano: il restauro di palazzo dell’Arte a Cremona per la creazione del Museo del Violino (90mila visitatori nel 2018) e la costruzione dell’Auditorium ‘Giovanni Arvedi’; l’allestimento dei Laboratori di Acustica e diagnostica dei materiali presso il Museo del Violino con Università di Pavia e Politecnico; l’organizzazione dell’annuale ‘StradivariFestival; il recupero e restauro integrale della Chiesa delle Sante Margherita e Pelagia; il restauro e arricchimento della fabbrica del Duomo di Cremona e la donazione dell’organo monumentale Mascioni; la realizzazione, in collaborazione con la Diocesi di Cremona, del Museo Diocesano; ma poi ancora la realizzazione del nuovo campus Universitario dell’Università Cattolica, sede di Cremona (Facoltà di Agraria) presso l’ex Convento di S. Monica che ospiterà oltre mille studenti e nuovi corsi di laurea; la realizzazione della nuova sede cremonese del Politecnico di Milano presso la ex Caserma Manfredini (i lavori termineranno nel 2023) e molto altro ancora. Antifascista e guidato da fede cattolica, Arvedi sostiene inoltre l’iniziativa ‘Il Viaggio della Memoria’ che porta ogni anno oltre 500 studenti a visitare i lager dello sterminio degli ebrei.

La Conca Ecco, anche Terni deve molto a una fondazione, la Carit, ma un imprenditore così magnanimo le è mancato e se i produttori del Pampepato Igp hanno fatto arrivare al cavaliere ‘il diamante delle terre di San Valentino’ lo hanno fatto in segno di accoglienza ma abbinandolo alla richiesta di una sensibilità ai simboli e alle tradizioni del territorio, perché sia consapevole di aver assunto sotto la sua guida quella che qualcuno chiama ‘mamma Ast’, la più grande fabbrica del territorio, per dimensioni, occupati e Pil, fondata da ternani d’adozione. Arvedi invece è proprio nella sua città d’origine che fa profitto, e al netto di contributi statali, dei quali può aver beneficiato nel tempo, e di ricadute ambientali in parte inevitabili per siti industriali di quella portata, i suoi guadagni sono frutto di investimenti di tasca propria e soprattutto intuizioni e lungimiranza, miste a tenacia e coraggio, che gli sono valsi tre lauree honoris causa e altri numerosi riconoscimenti e medaglie.

Il metodo Esp Per tutta la vita Arvedi ha inseguito il sogno di  un’acciaieria compatta, innovativa, competitiva e a basso impatto ambientale; ma il percorso che lo ha portato a tagliare il traguardo nel primo decennio degli anni 2000, quando già da decenni aveva nel Cremonese i siti Ilta e Arinox per la fabbricazione di tubi saldati in acciaio al carbonio e per la produzione di acciaio e di tubi laminati a caldo, è stato a tratti piuttosto difficile e quando la sua esposizione finanziaria era a livelli che la situazione sembrava ormai irrecuperabile, la sua determinazione vinse sui timori: mise a garanzia tutti i beni di famiglia. Oggi, vedere da vicino il funzionamento del suo sistema brevettato e venduto a diversi produttori nel mondo, come a Umbria24 è stato permesso di fare pur senza la possibilità di fare foto o video, fa un certo effetto. Due le linee ‘gemelle diverse’, l’una la versione perfezionata dell’altra. In un caso dall’acciaio liquido si ottiene il rotolo in meno di 15 minuti, già laminato a uno spessore di o,8 mm, dall’altro addirittura in 5′. A seguito di una continua attività di ricerca e sviluppo, nell’anno 2010 terminò la fase di avviamento il nuovo impianto Esp (Endless Strip Production) che realizza, primo al mondo, il processo di colata e laminazione in continuo. Una lingua di fuoco si assottiglia sempre più fino ad essere raffreddata, quindi la si vede assumere progressivamente un colore diverso lungo i rulli fino al taglio al volo e all’avvolgimento del foglio ottenuto, nella forma del cosiddetto coil, destinato al centro di finitura per altri trattamenti, quali decapaggio, skin-pass, zincatura, laminazione ulteriore, tagli, verniciature. Il tutto concentrato in uno spazio ridotto, con abattimento costi anche di trasporto. Il sistema, va specificato, è buono per l’acciaio al carbonio; l’inox che si produce a Terni avrebbe invece esigenze differenti. Quando Umbria24 percorre la via tra i rotoli di acciaio stoccati nel Centro di finitura Arvedi, assieme all’ingegnere Federico Mazzolari, ce ne sono alcuni destinati alla Bmw.

Arvedi domani Il cavaliere, pur avendo quasi 85 anni ed avendo delegato la gestione delle sue aziende al nipote Mario Caldonazzo è ancora in prima linea; non manca di far visita alle fabbriche come del resto sta facendo a Terni ed è costante la sua presenza nella sede degli uffici Finarvedi in piazza Lodi, dove parcheggia la sua Lancia Thesis oltre il cancello. A Cremona tutti sanno anche dove abita ed è così apprezzato e per certi versi ‘inattaccabile’ che di lui c’è chi si sbilancia a dire «è praticamente il patrono». Al cavaliere, fanno capo anche diversi organi di stampa. Nel rapporto coi lavoratori nei vari siti, pur riconoscendo in busta paga premi decisamente considerevoli, come è naturale che sia, non è sempre tutto rose e fiori ma il cavaliere lascia che i sindacati facciano la loro parte e si dice che intervenga in prima persona solo in caso di stallo nel confronto tra parti sociali e delegati aziendali.

Ast A Terni, al netto delle attuali riorganizzazioni in atto che tutti si aspettavano, cresce il desiderio di conoscere il piano industriale nel dettaglio. Intanto attraverso le pagine del Sole 24 ore ha rivelato la volontà di investire oltre mezzo miliardo e parlato di lamierino magnetico e idrogeno verde tra le priorità. Oltre questo, va sottolineato che al suo primo confronto con i sindacati locali ha specificato che ‘i profitti che si faranno a Terni, resteranno a Terni’. Chi lo ha conosciuto negli anni ’90, quando la sua carriera conosceva una delle fasi di maggiore espansione, non stenta a credere che possa estendere la sua attività anche a Piombino, in un disegno di potenziale autonomia nel settore che con Trieste e Terni ha già conosciuto un notevole balzo in avanti. Provare per credere.

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