Stallo sul credito d’imposta: «Centinaia di imprese in attesa, serve un intervento dell’Europa» | Cronache Maceratesi

2022-07-30 06:43:13 By : Mr. Xinfa Zeng

L’incontro nella sede maceratese di Confartigianato. Al centro Giorgio Menichelli

Aziende che fanno investimenti per ammodernare i loro macchinari, il che significa anche ampliare la possibilità di assumere dipendenti, ma che poi si scontrano con norme che prima ci sono e poi scompaiono.

Come il caso del Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nel cratere sismico che, attivo fino a tutto il 2020, ha avuto una sospensione nel 2021 mettendo in grande imbarazzo chi ha fatto investimenti contando sul recupero del 45% della spesa effettuata. Cosa che, a tutt’oggi, non è avvenuta.

Per questo la Confartigianato Imprese Macerata, Ascoli e Fermo lancia l’allarme e chiede alla politica un grande impegno a rendere operativa la misura che interessa migliaia di aziende in tutta la regione. Per questo motivo stamattina è stato organizzato un incontro nella sede di Macerata dell’associazione degli artigiani a cui hanno partecipato, oltre ai vertici di Confartigianato, anche alcuni imprenditori incappati nella disavventura di investimenti fatti nell’ottica di avere questo beneficio che invece è ancora sospeso per tutto il 2021.

«Il Credito d’imposta sisma – ha detto il segretario interprovinciale di Confartigianato, Giorgio Menichelli – è uno strumento agevolativo e incentivante che ha funzionato, andando ad interessare un bacino di 140 comuni, di cui 87 marchigiani e 55 del maceratese. Confartigianato, assieme alle altre associazioni, ha spinto per la proroga, scrivendo ai tecnici e alla politica per un pronto intervento. Ad oggi la situazione è ancora in stallo: per questo abbiamo deciso di portare all’attenzione l’argomento, perché sono centinaia le imprese che aspettano novità». La legge numero 106 del 23 luglio 2021 di conversione del Decreto legge Sostegni bis aveva disposto la proroga al 31 dicembre 2021 del credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali effettuati dalle imprese localizzate nei comuni di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, colpiti dagli eventi sismici del 2016.

L’operatività dell’incentivo era però subordinata ad un’autorizzazione della Commissione Europea che è stata concessa il 6 aprile 2018 ed è scaduta il 31 dicembre 2020. Affinché la misura venisse nuovamente prorogata per il 2021, sarebbe stata necessaria un’ulteriore autorizzazione da parte della Commissione Europea che però non è intervenuta.

«Questa misura è stata importante, intanto perché ha coinvolto la stragrande maggioranza dei settori produttivi – ha ribadito Emanuela Fiorani, responsabile del Servizio contributi pubblici alle imprese -. Attività edili, impiantistiche, ma anche della ricettività e della ristorazione hanno beneficiato dell’agevolazione, che è stata erogata senza quei vincoli e quelle limitazioni che troppo spesso scoraggiano l’imprenditore. Centinaia le domande presentate per investimenti che mediamente si sono attestati intorno ai 30mila euro, con picchi di progetti di importi fino a quasi 500mila euro, per un credito del 45% di tali somme.

Il processo, inoltre, è stato straordinario per rapidità nell’assegnazione del credito d’imposta, che è stata immediata. C’è quindi tanta attesa per il proseguo della misura e pensiamo sia il momento di spingere su una proroga che non è più rinviabile».

Nella nostra regione sarebbero quindi potenzialmente interessate più di 10.500 imprese artigiane, pari al 26,1% del totale delle imprese, con oltre 27mila addetti. A livello provinciale parliamo di oltre 6mila imprese artigiane, più di 2.700 nell’ascolano e sopra le mille imprese nel fermano. Inoltre, a differenza di altre misure agevolative, tale credito d’imposta non soggiace alle pesanti limitazioni derivanti dalla previsione di una soglia minima di investimento, né tanto meno dalla previsione dell’attribuzione di punteggi e dunque da un’ammissibilità a graduatoria. «Complessivamente ho fatto investimenti per 150mila euro nel 2021 per acquistare delle apparecchiature e macchinari funzionali al lavoro della mia ditta il che ha portato anche ad una conseguente assunzione di personale per utilizzare al meglio questi macchinari – ha detto Walter Bruno, responsabile della Adriatica chiusure di Cingoli -. L’ottica era quella di poter beneficiare di questo credito d’imposta che mi avrebbe consentito di recuperare il 45% della spesa effettuata. Ma siamo incappati in questa situazione che ci ha creato molte difficoltà per cui auspico che sia rinnovato al più presto questo credito d’imposta sisma».

Stesso quadro quello descritto da Roberto Potenza titolare della Infissi Potenza di Castelraimondo che ha sottolineato come «ho utilizzato già nel 2020 questo strumento acquistando macchinari per velocizzare la produzione e tutto è andato per il meglio. Così anche sul finire dello scorso anno ho proseguito utilizzando questa linea di credito per ampliare le apparecchiature in dotazione alla ditta e per la sicurezza dei dipendenti contando su questo recupero del 45% che invece non c’è stato. Per cui sto pagando ancora questi macchinari senza aver avuto il recupero del credito sisma che valeva 80mila euro. L’intenzione era quella di acquistare altre attrezzature utilizzando questo strumento ma non avendo certezze non ho potuto farlo».

Roberta Salvucci rappresenta la Ecologia 2000 di Treia che opera nel settore dei rifiuti e dell’ambiente che punta il dito sui tempi del lavoro che non coincidono con quelli delle decisioni politiche. «E’ una batosta questa mancata applicazione del credito d’imposta sisma nel 2021 – afferma la Salvucci – e questo dimostra la differenza che c’è tra i tempi delle imprese e quelle del decisore politico. Nel 2021 abbiamo fatto investimenti per 300mila euro contando poterne recuperare il 45% col credito d’imposta ed invece stiamo facendo fronte con il cassetto aziendale a questa spesa. Dovevamo assumere anche altri due dipendenti ma siamo stati costretti a rinviare tutto. La nostra è una piccola azienda e l’impatto è pesante». Infine, Luigi Tempera della Fratelli Tempera di Ascoli che opera nel campo delle olive verdi in salamoia ha ricordato come «nel 2020 abbiamo investito in un nuovo macchinario 160mila euro e ci è tornato indietro il 45% col credito d’imposta che abbiamo subito reinvestito in azienda facendo anche assunzioni.

Lo scorso anno abbiamo acquistato un’apparecchiatura denocciolattrice del valore di 100mila euro ma c’è stato il blocco di questo strumento e lo stiamo ancora pagando noi. Volevamo nel 2022 investire altri 150mila euro per modernizzare la linea di impacchettamento del prodotto ma ci siamo fermati di fronte a questa incertezza».

Stesso discorso per Daniele Diamanti della Diamfondi di Monte Vidon Corrado che opera nelle calzature che ha ribadito «l’assoluta necessità di sbloccare la misura che risulta strategica per il territorio fortemente colpito prima dagli eventi sismici e ora dall’emergenza pandemica. Le imprese infatti sono ad oggi disincentivate alla realizzazione di investimenti con conseguente danno e ripercussione negative sull’intero tessuto produttivo».

In chiusura è intervenuto in collegamento video l’onorevole della Lega Tullio Patassini che ha sottolineato l’impegno costante a seguire da vicino questa situazione per sollecitare e rendere operativa la misura del credito d’imposta sisma sia per la copertura dell’intero anno scorso che per almeno i primi sei mesi del 2022.

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